Tigrane, Venezia, Rossetti, 1741

Assente nell'edizione Zatta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Giardino.
 
 CLEOPATRA
 
 Cleopatra
 Lasciatemi in riposo,
 per un momento almeno,
 tormentosi pensieri; e voi miei lumi,
365stanchi di pianger tanto,
 sotto l’ombra gradita
 di queste amene piante,
 godete di quel sonno
 che lieve e lusinghiero a sé ne invita. (Si ponne a dormire)
 
 SCENA II
 
 TIGRANE da una parte; ORONTE, APAMIA dall’altra ma in disparte; CLEOPATRA che dorme
 
 Tigrane
370Misero, a’ danni miei tutto congiura;
 ma che veggio? Sopita
 quivi sta in dolce sonno
 colei che mi vuol morto; ed è mia vita.
 Oh volto! Amabil volto.
 Oronte
375Apamia, osserva. (Le si accosta)
 Apamia
                                   Taci.
 Cleopatra
                                               Argene...
 Tigrane
                                                                  Oh cieli!
 Essa, dormendo ancor, meco favella.
 Oronte
 Udisti che sognando Argene apella?
 Cleopatra
 Soccorrimi.
 Apamia
                         Vaneggia.
 Cleopatra
 Ma, se Tigrane sei...
 Tigrane
                                       Sì, son Tigrane.
 Oronte
380Che sento, oh sommi dei!
 Apamia
 Mitridate sen vien.
 Oronte
                                      Giugne opportuno.
 Tigrane
 Ah scoperto son io. (Desta Cleopatra)
 Desta ormai le pupille.
 
 SCENA III
 
 MITRIDATE con guardie e detti
 
 Cleopatra
 Chi turba i miei riposi? (Si sveglia)
 Oronte
                                               Alto monarca (A Mitridate che ariva)
385sotto del finto Argene
 de’ tuoi nemici il più crudel ravvisa;
 e ravvisa l’amante anco di lei
 che sprezza i tuoi comandi e i voti miei.
 Egli è...
 Tigrane
                 Frena la lingua.
390Non osi il labro tuo
 profanare il mio nome.
 Il valor primo in questo cor rimane;
 dirollo da me stesso,
 adoro Cleopatra e son Tigrane.
 Mitridate
395Tigrane?
 Cleopatra
                    Più non reggo alla mia pena.
 Tigrane
 Sì quello io sono che d’Armenia il soglio
 calco con regio piè; sì, quel son io
 che per te tante volte
 ho sparso il sangue mio...
 Mitridate
                                                 Non più; ti scopri
400in mal punto, o superbo, agli occhi miei;
 se Tigrane tu sei, il mio furore
 è alla meta che brama;
 si custodisca e dia (Le guardie disarmano Tigrane)
 di un tanto ardir la meritata pena;
405io torno agli odi antichi e all’ira mia.
 Cleopatra
 Oh sentenza crudel!
 Oronte
                                       Giusto signore.
 Tigrane
 Altro già far non puoi che darmi morte;
 sappi che per colei ch’è la mia vita
 emmi caro il morir, lieta è mia sorte.
 
 SCENA IV
 
 MITRIDATE, CLEOPATRA, APAMIA, ORONTE
 
 Mitridate
410E Cleopatra soffre
 d’un inimico il guardo?
 Cleopatra
 Il guardo di Tigrane
 onora Cleopatra e non l’offende.
 Mitridate
 Discaccia omai dal petto
415figlia, malnata figlia,
 del mio fiero nemico il rio sembiante,
 che, se lo serbi in mezzo al cuor sepolto,
 in mezzo al cuor ti squarcierò quel volto.
 
 SCENA V
 
 MITRIDATE, APAMIA, ORONTE
 
 Mitridate
 Tigrane morirà; giusto è che muoia.
 Oronte
420La tua salvezza, il tuo riposo il chiede.
 Apamia
 Delle schiere la fede
 può vaccillar, se lo comandi. Amore
 per te a temer m’insegna.
 Mitridate
                                                  Il ver tu dici.
 Apamia
 Dunque del prigioniero
425a me dona il destino; e quella morte,
 ch’ei col suo fallo affretta,
 sia sol trofeo di femminil vendetta.
 Oronte
 Saggio è il pensier.
 Mitridate
                                      L’approvo.
 Io lascio al tuo voler la di lui sorte;
430arbitra della vita e della morte.
 
 SCENA VI
 
 APAMIA, ORONTE
 
 Oronte
 Germana, in tuo potere è il mio rivale,
 tu disponi e se vuoi
 al tuo sodisfa generoso orgoglio.
 Muoia Tigrane e Oronte ascenda al soglio.
 Apamia
435So quanto ti promisi e so qual deggia
 serbar fede al mio sangue.
 (Ma intanto il cuore amante
 Tigrane e Argene adora in un sembiante).
 
 SCENA VII
 
 ORONTE
 
 Oronte
 Sembra omai che Fortuna
440per me inchiodi la ruota, onde il mio cuore
 di speranza pascendo,
 sposa regale e regio soglio attendo;
 e, se giungo alla meta,
 null’altro curo; e il mio pensier s’accheta.
 
445   Se per amor tiranno
 penai così finor,
 sembrami il crudo affanno,
 sembrami ristorar
 la pena amara.
 
450   Se l’odio tuo provai
 barbaro e crudo amor
 cangiar la mia potrai
 fortuna amara.
 
 
 SCENA VIII
 
 Stanze reali, dove è trattenuto Tigrane.
 
 TIGRANE
 
 Tigrane
 Mura felici, un tempo
455glorioso per me dolce soggiorno,
 quanto da quel di pria
 cangiato a voi ritorno
 se, laddove credei
 i trionfi incontrar, la morte attendo?
460La morte? E chi la brama?
 Duoi possenti nemici,
 e Mitridate e Cleopatra insieme.
 Oh amor tradito! Oh mia tradita speme!
 
 SCENA IX
 
 CLEARTE, TIGRANE
 
 Clearte
 Tigrane.
 Tigrane
                   Amico.
 Clearte
                                   Per occulto ingresso,
465nunzio di Cleopatra, a te qui vengo.
 Tigrane
 Di Cleopatra?
 Clearte
                             Sì; da queste soglie
 vuol che tu parta.
 Tigrane
                                   E dove?
 Clearte
 De’ Messageti miei vientene al campo;
 ivi ne avrai sicuro impero e scampo.
 Tigrane
470E la nemica mia
 a chi morte intimò vita desia?
 Clearte
 In que’ sdegnosi accenti
 parlò il labbro di lei, non parlò il core.
 Tigrane
 Ha per me dunque amor?
 Clearte
                                                  Più che non credi.
 Tigrane
475Or mi son dolci e cari i ceppi miei.
 Clearte
 Più non si tardi; andiam.
 Tigrane
                                                 Fugir non debbo
 e lasciare il mio ben quivi in periglio.
 Clearte
 Il tempo al resto darà poi consiglio.
 Tigrane
 No, mio Clearte, a lei ritorna e dille
480che a me care per lei son le catene;
 e cara è morte ancor, se da lei viene.
 Clearte
 Vado, se vuoi; ma inutil prova è questa
 se qui, senza profitto, amor ti arresta.
 
    Disprezzando il tuo periglio,
485tu vedrai quel vago ciglio
 tutto in pianto a distillar.
 
    S’ella è tua, con alma forte
 riguardar non può la morte
 di chi vuole e deve amar.
 
 SCENA X
 
 APAMIA, TIGRANE
 
 Apamia
490Signor, sulla mia fronte
 leggi a torbide note
 di pietade e d’amor teneri sensi.
 Tigrane
 Vedo in fronte al mio fato
 di sdegno e d’empietà barbari segni.
 Apamia
495Tigrane quella scure
 che minaccia il tuo capo
 già mi ferisce il core.
 Tigrane
 Generosa pietade.
 Apamia
                                    Ecco pertanto
 che di porre in sicuro oggi tua vita
500e di donarti libertà risolvo.
 Basta solo...
 Tigrane
                         E che vuoi?
 Apamia
                                                 Ch’io possa amarti.
 Tigrane
 È già d’altri il mio cor.
 Apamia
                                            Ma sono anch’io
 di sangue illustre e di mie luci al lampo
 più d’un amante adoratore ascolto.
 Tigrane
505Venero il sangue illustre
 e tua virtù; ma non adoro il volto.
 Apamia
 Or senti; il tuo destino
 sta in mia mano; tu sei mio prigioniero;
 e il colpo è già vicino.
510O viver meco o senza me morire;
 eccoti in questo seno
 e vita e morte; scegli; or che dir sai?
 Tigrane
 Vuoi ch’io scelga? Vuo’ morte.
 Apamia
                                                         E morte avrai.
 
    Ti lascio, o core ingrato,
515in braccio del tuo fato,
 in preda al mio rigor.
 (Ah che l’adoro ancor
 benché crudele).
 
    Volesti core indegno
520mio sdegno provocar.
 (E pur nol posso odiar
 benché infedele).
 
 SCENA XI
 
 CLEOPATRA, TIGRANE
 
 Clepatra
 Tigrane.
 Tigrane
                   Deh, che miro?
 Cleopatra
 Fuggi l’empia minaccia
525di un rio destin. Vanne che già t’aspetta
 co’ suoi Clearte, per condurti al campo;
 e in questa, onde a te venni,
 solo a me nota via, t’apro lo scampo.
 Tigrane
 Non sarà mai che dal tuo fianco io parta
530e lasci te del mio periglio erede;
 tenti invan la mia fede;
 invan, pietosa, affretti il mio partire;
 qui, se meco non fuggi, io vo’ morire.
 Cleopatra
 Morire? Io tremo al sol pensier; ti priego
535che al mio voler t’accheti
 e questa all’amor mio
 di porti in libertà gloria non vieti.
 Sì; te ne priego e, quando
 sian vane le preghiere,
540se comandar tel posso, io tel comando.
 Tigrane
 Dunque dovrò...
 Cleopatra
                                 Fatale
 esser puote ogn’indugio.
 Tigrane
                                               E Cleopatra,
 quando del genitor si espone all’ire,
 la fuga a me consiglia?
 Cleopatra
545Per te piucché per me del padre io temo.
 Che tu sei suo nemico ed io son figlia.
 Tigrane
 Ed il mio amor...
 Cleopatra
                                  Si tronchi ogni dimora.
 E in questo, che a te do fedele addio,
 ascolta la mia fede e l’amor mio.
 Tigrane
550Forza è pur ch’io ubbidisca. Oh fier destino!
 
    Parto da te, mio bene;
 parto; ma l’alma amante
 lungi dal tuo sembiante
 meco venir non può.
 
555   Portento alto d’amore,
 senz’alma e senza core
 viver per te dovrò.
 
 SCENA XII
 
 CLEOPATRA, ORONTE seguito da una guardia che porta il veleno
 
 Cleopatra
 Grazie agli eterni iddii.
 Tigrane è salvo; e questo cor respira.
 Oronte
560Principe, in questo nappo... Ma che miro?
 Qui Cleopatra?
 Cleopatra
                               Sì, crudo, spietato;
 se una vittima cerchi
 e se cerchi un nemico, in me tu l’hai.
 Oronte
 Dunque fuggì Tigrane? (Sopraviene Mitridate e ascolta)
 Cleopatra
565Per opra mia sotratto
 egli fu al suo periglio.
 Oronte
                                          Oimè; che ardisti?
 Cleopatra
 Quel che pur deve un generoso core.
 
 SCENA XIII
 
 MITRIDATE e detti
 
 Mitridate
 Dunque per l’opra tua salvo è Tigrane?
 Cleopatra
 Sì; per me è salvo.
 Mitridate
                                     Ingrata, e quegli affetti
570che negasti ad Oronte,
 in guiderdon di un puro amore antico,
 doni ad un mio nemico?
 Contro il voler di un padre
 osi d’oprar così figlia infedele?
575Così dunque tradisci
 la tua gloria, il tuo sangue e il genitore?
 Guardami pur, se puoi; parla.
 Cleopatra
                                                         Signore,
 non niego d’esser rea,
 se il mio padre, il mio re io mossi a sdegno;
580ma se Tigrane amai
 e se Oronte sprezai,
 o che non è delitto
 o tale è almen che non mi so pentire.
 Nacque a regnar Tigrane,
585Oronte ad ubbidir, non trovo in questo
 pregio verun; volgi la sua fortuna;
 ed in Tigrane il pregio
 che men risplenda è la regal sua cuna.
 Giudica or tu, se nell’amare errai.
 Mitridate
590Giudice tu mi vuoi! Tale mi avrai.
 Oronte
 Signor, deh per pietà, l’ira sospendi.
 Cleopatra
 E chi sei tu che intercessor ti fai?
 Mitridate
 Quel che tu sprezzi; e pur sarà tuo sposo.
 Pensa e risolvi; o alle tue nozze Oronte
595o sotto a fiera scure
 la temeraria fronte.
 
    Ti guardo e con iscorno
 volgo da te le ciglia;
 cieli, che infausto giorno!
600Che altera, indegna figlia!
 Che offeso genitor!
 
    Tu m’oltraggiasti, infida;
 sei di gran colpa rea;
 ragion vuol che t’uccida;
605merti il mio rigor.
 
 SCENA XIV
 
 ORONTE, CLEOPATRA
 
 Oronte
 Deh, principessa, almeno
 abbi di te pietade,
 giacché di me non l’hai; rifletti; e cessi
 l’ostinato rigor.
 Cleopatra
                               Tigrane elessi.
 Oronte
610E per me non v’è speme?
 Cleopatra
 Ti espongo i sensi miei senza mentire.
 Oronte, non ti vuo’; voglio morire.
 
    Un’anima ingrata
 saprebbe ingannarti,
615potrei lusingarti
 celandoti il core.
 Nol soffre l’onore,
 mentire non so.
 
    Abborro l’usata
620mendaccia tiranna;
 altrui non inganna
 quest’anima fida.
 Pria d’essere infida,
 morire saprò.
 
 SCENA XV
 
 ORONTE solo
 
 Oronte
625Morire? Tolga il ciel sì tristo evento;
 ah, più tosto si faccia,
 sì, facciasi di me l’ultimo scempio,
 se salvo Cleopatra, io son contento.
 
    Care pupille amate,
630stelle del ciel d’amore,
 con barbaro rigore
 sdegnose fulminate
 e pur vi voglio amar.
 
    E se sia d’uopo ancora,
635per voi saprò morire,
 basta che abbiate allora
 pietà del mio languire,
 pietà del mio penar.
 
 SCENA XVI
 
 Borghi della città con tende militari.
 
 TIGRANE, CLEARTE con soldati accampati
 
 Clearte
 Caro invitto Tigrane,
640cangiò aspetto fortuna;
 fra queste schiere elette
 torni al comando e de’ sofferti oltraggi
 compier tu puoi le giuste, alte vendette.
 Tigrane
 Solo di Cleopatra
645guardar disio la libertà, la vita;
 pur che salva ella sia,
 dono al pontico re l’offesa mia.
 
 SCENA XVII
 
 ORONTE sovra il muro e detti
 
 Oronte
 Del traditore Argene
 contro il suo re tanto l’ardir s’avanza.
 Tigrane
650Argene io più non sono; e in Mitridate
 conosco sol di Cleopatra il padre;
 ma, se Argene mi sia o pur Tigrane,
 lo scorgerà chi vorrà starmi a fronte;
 e scorgerallo ancor lo stesso Oronte.
655Su dunque amici, al generoso invito
 delle trombe guerriere,
 fate strada ai trionfi;
 alle orrende percosse
 de’ bellici tormenti (Battono con gli arieti)
660cadano queste mura;
 si raddoppino i colpi; e poste a terra,
 appranci via sicura.
 Clearte
 Già crollano; già parte
 cade distesa al suolo. (Cade parte del muro e si vede il palazzo con scale di Cleopatra)
 Tigrane
665Or, chi tiene d’onore accesa brama
 mi segua; io sono il primo; (Montan la breccia)
 e su quei sassi orme di gloria imprimo.
 Oronte
 Venite; al vostro ardire (Si battono)
 argine assai più forte è il nostro petto.
 Tigrane
670Fuggon già vinti; seguili Clearte,
 ch’io vado intanto in traccia di colei,
 per cui guerriero amante io combattei. (Quei d’Oronte si pongono in fuga e Clearte li segue con parte de’ suoi)
 
 SCENA XVIII
 
 CLEOPATRA e TIGRANE con suoi soldati, Tigrane va col ferro ignudo verso la scala; e Cleopatra frettolosa ne scende
 
 Cleopatra
 Ah, Tigrane, ove vai? Ferma; che tenti?
 Così di Cleopatra
675si rispettan le soglie? Oh dio, già leggo
 nella torva tua fronte
 il disio di vendetta
 e la memoria de’ sofferti oltraggi.
 Tigrane
 No; mio bene...
 Cleopatra
                               Ah, crudel, veggo il tuo brando
680del sangue di mio padre ancor fumante.
 Tigrane
 No; mia vitta...
 Cleopatra
                               Perché dentro al mio seno
 tu non l’immergi ancor?
 Tigrane
                                               Odimi almeno.
 Cleopatra
 Odo che qui d’intorno
 l’ombra del mio gran padre erando geme;
685e a seguitarla già m’invita e chiama;
 sento che l’alma già lo segue, oh dei!
 Sento che l’alma spira. (Cade tramortita in braccio a’ soldati)
 Tigrane
 Ah, Cleopatra, mira
 che vano è il tuo timor; ma tramortita,
690oimè, ch’ella sen langue.
 Reggetela, miei fidi; alla mia tenda
 tosto si porti; e al suo vigor si renda. (Partono alcuni soldati reggendo Cleopatra)
 Dall’espugnate mura
 ognun poi si ritiri e torni al campo,
695che tor non voglio a Mitridate il soglio;
 gli affronti ch’ei mi fece io più non curo;
 purché viva il mio bene, ei sia sicuro.
 
    Passagger, che incerto errando
 va chiamando, sente l’eco
700dallo speco che risponde;
 e fa il bosco risuonar.
 
    Se là muove, erra e s’inganna;
 non così del mio pensiero,
 che sincero qui mi dice:
705«Il tuo ben tu puoi salvar».
 
 Fine dell’atto secondo